Largamente basata sulla Toyota iQ, la piccola vettura britannica è stata immessa sul mercato nel 2011 ad un prezzo triplicato rispetto al modello di ispirazione.
La Aston Martin Cygnet è un’utilitaria prodotta dalla Aston Martin tra il 2011 ed il 2013. Immessa sul mercato a partire dal gennaio 2011, con un prezzo di listino di circa 40.000 euro, la citycar della casa automobilistica con sede a Gaydon si è guadagnata a buon diritto il titolo di ‘utilitaria più cara al mondo’.
Il rebadging della Toyota iQ e le modifiche di design
La Cygnet è il frutto di quello che si definisce in gergo tecnico rebadging (o badge engineering) ossia applicare un marchio diverso su un prodotto preesistente e commercializzarlo come fosse un prodotto diverso. Il modello base è la iQ prodotta dalla Toyota fra il 2008 ed il 2015. Naturalmente, la versione realizzata dalla Aston Martin era diretta ad una fetta di mercato molto più ristretta ed esclusiva rispetto alla ‘progenitrice’ giapponese.
Il design costituisce di certo uno dei principali punti di contatto fra le due auto: la Aston Martin Cygnet presenta un profilo molto simile, fatta accezione per il prospetto frontale più armonico e per i gruppi ottici posteriori, che abbandonano la forma squadrata del modello Toyota per assumere la conformazione arcuata tipica della Aston Martin. Per il resto, i due modelli presentano in buona sostanza le stesse caratteristiche dal momento che condividono pianale e carrozzeria. Anche la AM Cygnet è una tre porte da quattro posti, definita da linee semplici e pulite, senza particolari concessioni a soluzioni stilistiche estrose.
Le caratteristiche tecniche ed equipaggiamento interno
La Cygnet della Aston Martin eredita gran parte del proprio bagaglio di meccanica, trasmissione e sistema di propulsione della Toyota iQ. Non a caso, anche le dimensioni sono le stesse in larghezza (1.680 mm) e altezza (1.500 mm) mentre aumenta leggermente l’altezza (3.078 mm contro 2.985 mm); identico anche il passo (2.000 mm). Per quanto concerne gli interni della Aston Martin Cygnet, di seguito riportiamo le principali dotazioni (dal sito ufficiale www.astonmartin.com):
- Sistema di navigazione satellitare portatitle con Bluetooth integrato;
- Sistema di climatizzazione automatico;
- Volante e pomello del cambio in pelle cucita a mano;
- Dettagli in alluminio lavorato;
- Rivestimenti in Alcantara Cirrus Grey;
- Specchietti retrovisori elettrici cromati;
- Display multi-information con indicatori per audio, velocità media, temperatura esterna, livello del carburante;
- Finestrini elettrici;
- Keyless Entry;
- Keyless Start;
- Airbag frontali per guidatore e passeggero.
Il motore della Aston Martin Cygnet: prestazioni e consumi
Come detto, il motore della Aston Martin Cygnet è di produzione Toyota. Si tratta di un propulsore da quattro cilindri in linea, 1.329 cc di cilindrata, in grado di erogare una potenza massima di 99 cavalli. Le prestazioni sono quindi piuttosto lontane da una classica auto sportiva griffata AM: accelerazione da 0 a 100 km/h in oltre 11 secondi (11.8 per la versione con cambio manuale e 11.6 per quella con CVT) e velocità massima pari 170 km/h. Gli altri dati salienti sono:
- Coppia massima: 125 Nm
- Consumi su percorso combinato: 5 litri/100km (cambio manuale a sei rapporti); 5.2 litri/100km (trasmissione CVT)
- Consumi su percorso urbano: 5.8 litri/100km (cambio manuale a sei rapporti); 6.1 litri/100km (trasmissione CVT)
- Consumi su percorso extraurbano: 4.5 litri /100km (cambio manuale a sei rapporti); 4.6 litri/100km (trasmissione CVT)
- Emissioni: 116 g/km (cambio manuale a sei rapporti); 120 g/km (trasmissione CVT).
La AM aveva anche programmato di realizzare una versione elettrica della Cygnet, sostituendo il motore a benzina con uno elettrico dalle prestazioni ulteriormente ridimensionate: potenza massima da 64 cavalli, velocità massima di 130 km/h ed un’autonomia di poco più di 100 km (fermo restando un prezzo di listino di quasi 40.000 euro). L’idea non si è mai concretizzata dal momento che il modello è stato dichiarato fuori produzione nel 2013.
Le due edizioni della AM Cygnet
Per il lancio ufficiale, la Aston Martin mette a punto due edizioni limitate: la White e la Black. La prima –ovviamente – offre una carrozzeria verniciata di bianco con motivi argentati, rifiniture cromate oltre alle tipiche ‘ali’ Aston della stessa tonalità di bianco. Anche gli interni sono in linea con le cromature esterne grazie ai sedili in pelle bianco perla cuciti a mano. La versione ‘Black’ invece, si caratterizza per la carrozzeria dipinta in ‘Magic Black’ con effetti verde mare scuro, griglia di ventilazione in nero opaco e rifiniture cromate. All’interno, sedili in pelle nera con un pattern a diamante.
Il prezzo della Aston Martin Cygnet
Come detto, la AM Cygnet arriva sul mercato europeo nel 2011. Ad aprile, le due versioni di lancio (Black e White) hanno un prezzo di listino di 37.000 euro e sono destinate ai soli clienti Aston Martin, ossia a chi ha già in garage un modello della casa britannica. A maggio 2011, poi, il lancio definitivo, con un prezzo di listino di 39.500 euro per la versione con cambio manuale e 40.960 euro per quella con il cambio automatico.
Nel giugno 2011 vede la luce anche una produzione limitata (solo 14 esemplari) di una versione speciale del modello, denominata Aston Martin Cygnet & colette e venduta al prezzo di 48.995 euro. Il nome di questa variante extra lusso deriva dai particolari realizzati in tinta blu colette e bitter chocolate.
L’uscita di produzione nel 2013
La Aston Martin Cygnet ha avuto vita piuttosto breve. Destinata esclusivamente al mercato europeo, la costosa citycar della casa automobilistica britannica esce ufficialmente di produzione a settembre del 2013 a causa degli scarsi riscontri in termini di vendite. Le previsioni iniziali erano quelle di riuscire a vendere circa 1.5000 esemplari l’anno ma l’abbinamento, piuttosto ardito, tra costi da sportiva di lusso e meccanica da utilitaria non ha fatto presa sul mercato. Ulrich Bez, presidente della Aston Martin, già nel 2011 provava a spiegare le prime difficoltà incontrate dalla Cygnet tramite l’impossibilità da parte del produttore di far fronte alle lunghe liste d’attesa dei clienti. In altre parole, il numero uno dell’azienda di Gaydon sottolineava come esistesse un effettivo interesse di mercato attorno al prodotto, ‘limitato’ dai regimi di produzione. In realtà, è molto più probabile che si trattasse di un tentativo di dissimulare quello che poi sarebbe stato un flop a tutti gli effetti.
Il lancio sul mercato della Cygnet ebbe un risvolto non trascurabile, che forse spiega meglio la scelta quantomeno azzardata fatta dalla Aston Martin: per via delle prestazioni ridotte, il modello produceva emissioni inquinanti di gran lunga inferiori rispetto a qualsiasi altro esemplare della gamma aziendale. Questo consentì di abbassare la media dei valori di emissione e permise all’azienda di poter rientrare nei nuovi parametri stabiliti dalle norme della Comunità Europea.
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